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Il Presidente del CRA ospite della Sezione
Continua la sfilata di autorità del mondo arbitrale italiano presso la nostra sezione, stavolta è il turno del presidente del CRA Sicilia Pippo Raciti, che ci ha onorato della sua presenza durante la riunione tenutasi venerdì 6 dicembre. Un intervento sicuramente interessante, appassionato e appassionante, che ha toccato diverse problematiche inerenti la stagione entrata nel suo momento cruciale: sicurezza degli arbitri, rapporto con le sezioni, formazione umana e tecnica degli associati.
Auspicando una sempre maggiore, e migliore, collaborazione tra tutte le componenti del mondo calcistico Raciti ha spiegato come il fenomeno della violenza sia qualcosa di inaccettabile che rischia di marchiare indelebilmente il gioco del pallone praticato alle nostre latitudini; solo la ferma volontà di sradicare questo triste fenomeno, spesso e volentieri collegato a situazioni socioculturali degradate, potrà portare ad una evoluzione positiva del momento sportivo vissuto nella sua interezza.
Raciti si è poi soffermato sull’importanza dei presidenti sezionali e degli organi direttivi delle sezioni stesse, che sono visti come una sorta di OTR aggiunto, in quanto fondamentali nella segnalazione dei giovani talenti emergenti, idonei al “salto di categoria”; categoria che tuttavia non deve essere soltanto quella tecnica ma anche, e soprattutto, quella umana. In un discorso di formazione, infatti, l’AIA deve servire per promuovere la crescita di valori sani e positivi, che possano portare allo sviluppo di una sana competizione, fattore determinante per la riuscita di ognuno non solo all’interno del proprio organo di competenza ma anche nella vita di ogni giorno.
Alla fine della serata Raciti, a testimonianza della sua grande disponibilità, è stato cosi gentile da soffermarsi per concederci un’intervista, per approfondire qualche punto del suo discorso.
A TU PER TU
Dalla sala di controllo di Palermo alla nostra sezione il passo potrebbe sembrare lungo, ma, Pippo Raciti, che dell’interscambio tra le sezioni ha fatto un po’ uno dei suoi punti di forza, come già D’Anna prima di lui, è qui a dimostrarci come dalla collaborazione tra la base e il vertice possa nascere qualcosa di veramente speciale. Nella nostra consueta intervista abbiamo deciso di approfondire qualche punto saliente del discorso appena tenuto durante la riunione plenaria, e quindi, apriamo con uno dei temi più importanti, quello sulla sicurezza dei direttori di gara: “la violenza è un fattore derivante dalla società e dalle sue problematiche, da soli possiamo fare poco o nulla. Noi dobbiamo stare attenti ai ragazzi che vanno in campo ma abbiamo bisogno dell’apporto di tutte le componenti del mondo calcistico: questa è una battaglia che va vinta. Perderla significherebbe condannare questa realtà che invece presenta una grande chance per molti ragazzi”. Quelli che vanno sul campo, già, ma cosa ne pensa il presidente di questa nuova nidiata di giacchette nere: “come ogni stagione, all’inizio c’è sempre quella paura, quell’ansia che accompagna la scoperta di cose nuove, poi, con l’incedere delle partite abbiamo visto che i ragazzi sono talentuosi e in grado di gestire al meglio le gare e ogni tensione si è dissipata; adesso ci aspettiamo che siano in grado di dare il meglio anche nel girone di ritorno, dove, le squadre danno tutto, e ovviamente il livello di attenzione richiesto è massimo”. Merito di questo va anche alle sezioni, fucine di talenti mai troppo elogiate: “come ho già detto il compito delle sezioni è necessario e fondamentale, è da qui che partono le segnalazioni per portare i ragazzi alla regione. Senza il lavoro dei presidenti, dei veri e propri componenti regionali aggiunti, sarebbe molto difficile riuscire a individuare i giovani adatti al passaggio di categoria”. Ragazzi che stanno dimostrando il proverbiale “attaccamento alla maglia”: “tutti quelli che hanno avuto l’onore e l’onere di arrivare ai vari raduni e stage che abbiamo organizzato hanno dimostrato una grande motivazione oltre che preparazione; inoltre, spesso vengo contattato da quelli che, per un motivo o per l’altro, non rientrano più nei “selezionabili”, che chiedevano di poter partecipare lo stesso. Questo denota un forte attaccamento all’associazione, e non possiamo che esserne felici”. Certo una grande dimostrazione di appartenenza alla famiglia dell’AIA, che ad oggi tuttavia, non conta di grandi numeri per quel che riguarda il palcoscenico nazionale: “nel corso degli anni siamo rimasti un pochino indietro, adesso, stiamo ricostruendo basi forti; più che fare promesse è meglio dire che puntiamo a lavorare bene oggi per un futuro senz’altro più roseo”. Non possiamo che raccogliere questo proposito, con la speranza magari, che fra qualche anno, in Serie A torni a fischiare la Sicilia e, perché no, Messina…
Valerio Villano Barbato