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Pasquale Caruso: dal football al futsal con immutata passione e nuovi stimoli
Sabato 15 dicembre, con la gara Città di Sortino – Futsal Azzurri Palermo, ha fatto il suo esordio nel campionato di C1 Pasquale Caruso. Già arbitro di eccellenza nei campionati di calcio, Pasquale ha deciso lo scorso dicembre di intraprendere il percorso che dopo appena un anno l’ha fatto approdare ai vertici del calcio a 5 regionale.
A pochi giorni dal suo esordio abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata, per farci raccontare aneddoti e vicende della sua carriera arbitrale.
Pasquale, partirei dalla più classica delle domande: come è andata la gara e quali sono state tue sensazioni dalla designazione fino al fischio d’inizio?
"Non l’ho vissuta con particolare ansia perché già da qualche settimana ero in attesa di questa designazione. Il martedì antecedente ho lasciato il computer acceso fin dalla mattina sperando che potesse essere la volta buona, ma alle 17.30 non era ancora arrivata alcuna mail ed avevo perso le speranze. È arrivata invece la chiamata del primo arbitro con il quale avrei dovuto fare la gara, che, come da disposizione del nostro organo tecnico, aveva accettato la designazione per entrambi. La partita, poi, è stata molto accesa, per nulla semplice, ma fortunatamente è andata molto bene.
Perché hai deciso di passare al Calcio a 5?
"Ha influito molto il fatto che ho iniziato a lavorare. Il lavoro ti sottrae tempo e tante forze psichiche e fisiche che erano necessarie per continuare al meglio la mia attività nel Calcio. Inoltre sono convinto che un arbitro debba avere l’intelligenza di riconoscere i propri limiti ed io nel Calcio a 5 ho trovato gli stimoli di cui avevo bisogno."
Torniamo un po’ indietro col tempo, cosa ti ha spinto a fare l’arbitro?
"Giocavo a calcio, ma per problemi fisici iniziai molto tardi, all’età di 13 anni. Quando capii che non sarei potuto andare oltre i livelli amatoriali decisi di vivere il calcio da un’altra prospettiva. Mi avvicinai all’arbitraggio a 15 anni, tramite un compagno di classe che già da qualche settimana frequentava il corso negli allora locali sezionali di via Gagini. Oggi lui non è più arbitro, io dopo dieci anni faccio ancora parte di questa splendida famiglia."
Ci vuoi raccontare il momento più divertente, quello più bello e quello più brutto della tua carriera arbitrale?
"Il più divertente è anche abbastanza recente. Lo scorso anno, mentre con Andrea Lippolis e Luca Sulfaro mi dirigevo al Palasport di Mili Marina, dove avrei dovuto arbitrare la mia prima partita nel calcio a 5, mi ricordai improvvisamente di aver dimenticato le scarpe a casa. Fu molto imbarazzante, ma fortunatamente eravamo in largo anticipo ed ebbi il tempo di tornare a casa per prenderle.
I momenti più belli sono due: il primo risale alla Prima Categoria, quando fui visionato dall’allora organo tecnico Giallanza in una gara in cui non ero stato designato. La partita andò molto bene e dopo qualche settimana feci l’esordio in promozione. Il secondo momento più bello è stata la chiamata del presidente CRA Saia quando dalla Promozione passai all’Eccellenza.
Il momento più brutto risale a qualche mese prima della visionatura di Giallanza. Arbitravo in Prima Categoria e ricordo che in quel periodo era particolarmente motivato. Nicola Maddocco e Pietro Boscia, colleghi con i quali avevo sempre camminato di pari passo, avevano già fatto il loro esordio in Promozione. Ebbi l’organo tecnico e,contrariamente alle mie aspettative, mi fece capire che ancora non ero pronto per l’esordio nella categoria superiore. Quest’evento mi pesò tantissimo."
Quanto pensi sia importante la vita associativa nell’attività arbitrale?
"Non è importante, è fondamentale. La sezione ti consente di confrontarti con colleghi più esperti che ti trasmettono importanti valori e che, nel raccontarti delle loro vicende e dei loro aneddoti, ti permettono di crescere sia come arbitro che come persona."
Se dovessi fare i nomi delle persone più importanti della tua vita arbitrale, quali faresti?
"Primo tra tutti il mio primo presidente, ora componente CRA, Orazio Postorino; il presidente Massimiliano Lo Giudice che mi sta guidando in questa mia nuova avventura ed Enzo Meli; Andrea Lippolis e Luca Sulfaro che considero i miei angeli custodi; Andrea Naccari, Davide Bottari, Alessio Robberto e Pierfrancesco Visalli, che si sono dimostrati amici ancor prima che colleghi, ed infine i ragazzi del polo d’allenamento, iniziando da Michele Gallo e Giuseppe Berté della sezione di Barcellona, Alberto Santoro, Giuseppe e Pierfrancesco Visalli, Marino Rinaldi, Alfredo Iannello, Emanuele Crupi, Benito Saccà e Marco Donato."
Che consigli ti senti di dare ad un giovane che vuole avvicinarsi all’arbitraggio?
"Di non arrendersi alle prime difficoltà, di dare sempre il 110% e di vivere la sezione ed il polo d’allenamento come la propria seconda casa."
Roberto Scardino