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Al tempo della crisi, della nuova grande depressione, una è la formula più di tutte inflazionata, e invocata quasi come una salvifica panacea: "largo alla gioventù". Tutto, però, è relativo e in un’Associazione come la nostra, dinamica e giovane per eccellenza, a soli 22 anni si corre il rischio di essere all’ultima chance per il decisivo salto di categoria. Ed è proprio quello che stava per accadere al buon Giuseppe Merendino, fresco di esordio in Prima Categoria, capace con impegno e sacrificio di superare la perfida tagliola dell’anagrafe.
Ma facciamoci raccontare la sua storia dall’inizio: "fin dal ritiro estivo di Melia il Presidente e i suoi collaboratori furono molto chiari con me, spiegandomi come, a causa della mia età, fosse quasi impossibile un approdo in regione; tuttavia mi fecero intendere che esisteva una piccola speranza e stava a me fare in modo che potesse trasformarsi in qualcosa di più concreto". A questo punto, parte una personalissima sfida per Peppe, che si pone il più ambizioso dei traguardi: "inutile negare che quelle parole un po’ mi avevano rattristato, ma al tempo stesso ero motivatissimo: dovevo dimostrare a tutti quello di cui ero capace, e soprattutto volevo ripagare la fiducia del Presidente. Ho iniziato a intensificare gli allenamenti, aspetto che non curavo molto prima, e a frequentare assiduamente la sezione. Ed eccomi qua". Già. Un traguardo così distante, eppure raggiunto con grande dedizione: "aver partecipato al raduno insieme agli arbitri di promozione è stato qualcosa di molto importante per me, in quanto mi ha aiutato ulteriormente a livello formativo. Anche se abbiamo passato solo un giorno a Nicolosi, sono riuscito ad assorbire la loro esperienza". Dal raduno, alla prima gara il passo è stato breve: "a quel punto mi aspettavo da un momento all’altro la designazione e quando è arrivata ero emozionato e carico al tempo stesso. Il giorno della gara ho realizzato che finalmente il primo scoglio è stato superato, ma che adesso devo impegnarmi sempre di più. Ho diretto una bella partita, intensa, giocata fino all’ultimo minuto. Questo mi ha aiutato a capire subito la differenza tra le categorie".
Ascoltare Giuseppe è come stare a guardare un fiume che piano piano tracima, rompendo gli argini; una bella trasformazione per un ragazzo che solo fino a qualche tempo fa era una presenza quasi invisibile all’interno della sezione: "in questi due anni all’interno della nostra Sezione ho appreso la consapevolezza della concentrazione, della grinta e della passione, senza le quali sarebbe impossibile dirigere. Tuttavia, non mi sento ancora in grado di poter dispensare consigli ai "nuovi". Mi rendo solamente conto che la mia maturità è arrivata al momento giusto, spero che molti tra di noi trovino la loro strada come ho fatto io".
Sembra di sentir parlare un ragazzo uscito dal manuale del perfetto uomo-
Valerio Villano Barbato