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Archivio > Zoom > 2013_14

FIGLI D’ARTE CRESCONO:
DARIO LA ROSA ALL’ESORDIO IN SECONDA CATEGORIA


Continua la serie delle nostre interviste agli esordienti di stagione e ancora una volta tocca a un figlio d’arte del mestiere arbitrale: Dario La Rosa, erede della tradizione del più celebre Rino, con San Biagio – Polisportiva Monfortese ha diretto la sua prima gara in Seconda Categoria. Dopo il consueto rito dei "pasticcini", offerti ai colleghi e consumati nella sala riunioni della nostra sezione, siamo pronti per raccogliere le impressioni dell’amico Dario, arrivato all’esordio con una settimana di ritardo rispetto agli altri colleghi: "la designazione mi è arrivata in tarda serata, e già da un po’ di tempo la aspettavo; purtroppo un infortunio abbastanza fastidioso ha complicato il mio avvicinamento alla categoria, tanto che fino alla mattina della gara ero in contatto con il fisioterapista per evitare spiacevoli inconvenienti". Una preparazione meticolosa che è sicuramente servita al nostro per arrivare preparato ad un match sicuramente diverso da quelli diretti finora: "forse per la lunga attesa non ero tanto preparato a livello mentale per quello che mi aspettava, ma una volta arrivato al campo ho notato subito una certa differenza rispetto alla Terza Categoria, per non parlare del salto abissale rispetto alle categorie giovanili; le squadre mi hanno accolto facendomi sentire maggior professionalità e questo non può che essere preso con piacere da un direttore di gara". Oltre alle inevitabili differenze di carattere organizzativo, saltano all’occhio quelle di forma squisitamente tecnica: "in confronto alle gare di Terza sono stato colpito dal tipo di rapporto instaurato con i giocatori, decisamente meno improntato sulle "chiacchiere" e più sul gioco, e poi dalla maggiore velocità delle azioni. La partita era molto sentita e forse questo ha contribuito all’evoluzione di un match tirato; ho visto una gara molto più tecnica rispetto a quelle delle mie precedenti esperienze".
Dario, ragazzone estroverso e sicuro di sé, sta rispettando in pieno quella che era la sua tabella di marcia, stilata nelle calde serate estive del ritiro di Scilla: "insieme a Max (Lo Giudice), Santino (morabito) ed Enzo (Meli) abbiamo parlato dei miei possibili obiettivi per quest’anno, e devo dire che per adesso sto camminando bene. Manca ancora uno step però, perché voglio raggiungere il traguardo della Prima Categoria entro la fine dell’anno". Sicuramente non sarà facile percorrere quest’altro pezzo di strada, ma, dalle parte di La Rosa, oltre alle sue già ottime qualità, c’è un bagaglio di esperienza che comprende anche quella di esser stato dall’altro lato della barricata: "ho giocato a calcio per tanti anni e questo senz’altro mi sta aiutando ad ambientarmi al meglio in ogni nuova categoria. D’altro canto però mi rendo benissimo conto come ci sia sempre da imparare". E per imparare al meglio un maestro d’eccezione ce l’ha in casa, visto che il papà ha calcato i campi regionali qualche anno prima di lui, e che proprio lui è stato a spingerlo verso la sezione di via S. Sebastiano: "sicuramente mio padre è una delle persone che non smetterò mai di ringraziare, per i consigli che mi dà, e per la passione con cui mi segue sempre. Molti sicuramente penseranno che sono favorito dal portare questo cognome, però adesso in campo vado io, e sono io a decidere il mio destino". Un destino che, quasi per gioco, ha voluto rimettere insieme tre vecchi "compagni di stanza": "grazie alla rappresentativa della Sezione, ho avuto la possibilità di tornare ad assaporare la sensazione del fare gruppo formando una "stanza" insieme ad altri due ex come Marcello (Rinaldi) e Andrea (De Francesco), vecchi amici che ho ritrovato qui dentro". Una testimonianza ulteriore di quanto la nostra sia, ancor prima che una grande sezione, una grandissima famiglia. E allora complimentiamoci con questo figlio che ha raggiunto il suo primo traguardo importante; facciamo però come le mamme esigenti, qualche sorriso, e pochi complimenti. Per gli applausi veri vogliamo vederti molto più in alto!

Valerio Villano Barbato

 
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