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Archivio > Zoom > 2013_14

Oltre i confini della Sicilia per portare in alto il vessillo di Messina
Con la gara tra Palmese e Rossanese Giuseppe Trischitta all’esordio in CAI


Ci eravamo lasciati un pomeriggio d’estate, quattro chiacchiere al telefono e gli auguri per il salto di categoria appena compiuto; ci ritroviamo oggi, dopo la prima partita diretta sotto il nuovo Organo Tecnico. Peppe Trischitta è uno che non ama molto starsene con le mani in mano, gli piace andare di fretta, e per questo, è sempre difficile riuscire ad acciuffarlo. Stavolta tuttavia, siamo stati fortunati, e ci facciamo raccontare le sue impressioni per questo debutto: "Per la prima volta mi sono ritrovato a dover varcare lo Stretto per andare ad arbitrare una partita: se mi fermo a pensarci un po’ mi fa strano, ma d’altro canto vuol dire che di strada ne ho fatta, e questo non può essere che un bene". Giuseppe, ragazzo semplice e che del sorriso perfetto ha fatto un marchio di fabbrica (è odontoiatra), ci fa entrare nel suo mondo, parlandoci della sua preparazione alla gara: "Sveglia presto, un po’ per la tensione, un po’ perché dovevo andare lontano; colloquio telefonico con gli assistenti, e via. Arrivato a Rosarno, sede dell’incontro, inizio a notare un po’ la differenza di categoria quando tutti i dirigenti si precipitano a salutarmi. Per la prima volta forse, inizio a realizzare che l’aria è un  diversa rispetto alle mie direzioni precedenti, anche per la presenza di alcuni giocatori di una certa esperienza presenti da una parte e dall’altra.
Poi, spazio al rito del briefing con gli Assistenti, con i quali cerco subito di entrare in sintonia". La perfetta armonia tra i componenti del team arbitrale è un elemento fondamentale per la riuscita della gara, che si rivela abbastanza rognosa fin dall’inizio: "i giocatori ti annusano, ti tastano il polso, quindi la concentrazione deve essere massima. Dopo pochi minuti si sono resi necessari subito un paio di interventi risoluti; questi sono serviti per fare intendere ai giocatori il tipo di metro che avrei adottato. Entrare in campo dopo quattro mesi di inattività non è facile, specie perché alcuni meccanismi possono arrugginirsi. Alla CAI non ci si può permettere di perdere tempo, quindi bisogna dare sempre il massimo in ogni situazione per non perdere il treno". E sicuramente Peppe non corre questo rischio: "l’osservatore mi ha detto che ho fatto una buona gara, ha apprezzato la mia lettura della partita e mi ha dato alcuni consigli utili per il prosieguo della stagione. Come inizio certo non posso lamentarmi". Per concludere uno sguardo al percorso compiuto fin qui, che va inteso, è ben lungi dall’essere concluso: "tanto tempo fa la mia prima designazione, in uno dei campi "celebri" dell’hinterland messinese, (all’ex-Mandalari!), oggi sono qui a fare la mia prima partita da arbitro CAI su uno splendido sintetico dedicato a Giovanni Paolo II. Certo la strada è tanta, e i ricordi si affollano nella mia mente; i momenti belli superano di gran lunga quelli brutti, e la mia certezza resta una sola. Questo è solo un nuovo, ennesimo punto di partenza". Cosa dire a conclusione di questa bella chiacchierata, se non augurare a Peppe che il treno, da lui metaforicamente evocato, possa compiere ancora tanta strada, e che questa non sia soltanto una delle tante fermate. Buon Viaggio Amico.

Valerio Villano Barbato

 
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