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PEPPE CHIARELLA DA ASSISTENTE A OSSERVATORE
SEMPRE CON PROFESSIONALITÀ E DETERMINAZIONE
Dopo uno che la categoria se l’è appena messe alle spalle, uno che di gran carriera entra a farne parte. Giuseppe Chiarella è il nostro Osservatore promosso alla CAI, l’importantissimo organo tecnico interregionale, ultimo scoglio da superare per ogni associato prima di varcare le soglie della "nazione". C’è una particolarità, però, perchè Peppe, ha già calcato palcoscenici importanti. Era il maggio 2006 quando la sua bandierina da assistente smetteva di garrire: "la mia ultima gara fu una di quelle che non si scordano facilmente: San Paolo, 60000 spettatori, Napoli – Frosinone. Una bolgia culminata con la promozione dei partenopei. In quegli anni mi tolsi tante soddisfazioni; diciamo che mi sono divertito tanto. Adesso torno agli organi tecnici nazionali, e spero che questo possa essere solo il primo gradino di una lunga scalata". La notizia della promozione è arrivata per Chiarella quasi come una boccata d’ossigeno al culmine di un’annata decisamente non esaltante: "solo qualche tempo fa purtroppo è venuto a mancare mio padre e questo è stato un evento che mi ha segnato molto duramente. È la prima volta che non festeggio insieme a lui un traguardo professionale. Devo confessare che forse questa mia passione è anche figlia sua; ricordo infatti che era lui ad accompagnarmi al campo da bambino, e io, gli scappavo dalle mani per correre fin dentro il terreno di gioco".
Nonostante dalla nostra chiacchierata appaia forte un carattere deciso, sicuro, quasi spavaldo, il nostro osservatore non dimentica, mostrando quell’umiltà non facile da ritrovare ai giorni nostri, di ringraziare alcuni dei suoi maestri, che durante il suo percorso gli hanno mostrato la via giusta da seguire: "sicuramente per la mia formazione sono stati molto importanti alcuni dei miei osservatori, su tutti Salvatore Fama e Alfredo Basile. Ho attraversato tanti anni di Associazione, e ho vissuto le presidenze Arcovito e Postorino, oltre naturalmente a quella attuale di Massimiliano Lo Giudice. Tutti e tre hanno lasciato un’impronta nella mia carriera". Una carriera, che ha fatto della massima professionalità uno dei punti cardine: "ho sempre cercato di fare al meglio il mio lavoro. Per farti un esempio per completare le mie relazioni sia a livello provinciale che regionale impiegavo 4 ore. Magari adesso dovrò metterci un po’ di meno, ma non mancherà il massimo impegno".
Interessante sapere che per ogni partita "visionata" c’è uno studio cosi approfondito alle spalle; ma a questo punto la domanda (citando Lubrano) sorge spontanea: com’è il livello arbitrale siciliano? "Sicuramente c’è un livello molto elevato, pochissime volte mi è capitato di assistere a prestazioni non di livello. Molti arbitri visionati in regione li ritroverò alla CAI. È molto importante il modo di porsi durante il colloquio con il direttore di gara. Per me non esiste il lei innanzitutto; il dialogo di fine partita deve essere uno strumento di crescita bilaterale. Bisogna evidenziare i lati positivi della direzione, cercando di far comprendere il perché dell’eventuale errore". Oltre a crescere il settore arbitrale è cresciuto indubbiamente anche quello delle Commissioni: "c’è grande professionalità, il nostro organo tecnico poi si è arricchito di una figura come Orazio Postorino quindi mi sono trovato particolarmente a mio agio nell’interazione con la commissione".
In chiusura un pensiero tra passato e futuro: "quello che mi ha dato la sezione al di là della possibilità di confrontarmi con tante realtà diverse è stata la possibilità di crescere. L’arbitraggio è una grande palestra. Se nel corso della mia vita sono stato per quindici anni all’interno del mondo politico – da consigliere di quartiere ad assessore – e ho potuto affrontare senza timore sfide di qualunque genere lo devo all’arbitraggio. Adesso le mie aspettative per il futuro sono quelle di salire presto verso le categorie superiori, non solo per me, ma anche per dare lustro alla sezione di Messina". Arbitri, assistenti, osservatori: è questo il filo conduttore che ci lega tutti, amore per una passione, amore per una città.
Valerio Villano Barbato