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IL “TEDESCO VOLANTE”: MARINO RINALDI AL DEBUTTO IN CAN D
Come in tutte le grandi famiglie anche nella nostra ci piace ogni tanto guardare le vecchie foto con quell’aria a metà tra il malinconico e il sognante; scorrendo le varie istantanee ce ne capita una particolare tra le mani, quella di un simpatico ragazzotto planato quasi per gioco dalle parti della Sezione. Oggi, quel ragazzo che seguiva il baseball, quando la maggior parte dei suoi amici giocava a calcio, ha raggiunto il primo grande traguardo della sua ancor giovane carriera. Marino Rinaldi, “il tedesco” per i compagni, è approdato alla CAN D, dopo una stagione passata sulle montagne russe della CAI: “quella appena trascorsa è stata un’annata caratterizzata da continui saliscendi. Una domenica ero dentro, l’altra ero nella terra di mezzo, l’altra ancora ero a casa. Per fortuna, alla chiusura della giostra il mio nome era dalla parte giusta del confine”.
Un primo guado superato, che dalle categorie regionali ha portato il nostro eroe alla serie D, un pianeta nuovo, iniziato a disvelarsi con il raduno di Sportilia: “pensavo di vivere un’esperienza simile a quella della scorsa stagione, visto che anche il raduno CAI fa base nella stessa struttura, ma mi sbagliavo completamente. Nuovo Organo Tecnico, nuovi compagni, un po’ dell’immancabile cameratismo che segna questi momenti di passaggio. Tutti elementi che hanno contribuito a farmi capire che ero arrivato in un’altra dimensione”. Ma una volta preso il ritmo giusto, assimilati i dettami della nuova commissione, è stato subito tempo di programmare l’esordio, avvenuto solo qualche giorno fa con la gara Ciampino – Vultur Rionero: “anche se non ho svolto una particolare preparazione estiva in vista dell’appuntamento di settembre, come al solito ho faticato parecchio insieme ai compagni del polo di allenamento del CONI; una volta fatta la gara posso dire che quella fatica è stata ripagata”. Una gara caratterizzata dagli esordi: “si, la partita che ho diretto domenica era un po’ il match delle “prime volte”. Oltre a me anche gli assistenti erano al debutto in CAN D, mentre delle due squadre una era all’esordio assoluto e l’altra tornava dopo un’assenza di circa vent’anni”. Nonostante tutto, nessun impaccio di sorta: “mi sono trovato subito bene con gli altri componenti della terna; per quanto riguarda la gara credo sia stata condizionata molto dal maltempo. Il campo era molto pesante e la qualità del gioco ne ha risentito; anche per questo non ho visto grosse differenze con la CAI, almeno dal punto di vista tecnico. Diverso il discorso dal punto di vista professionale e organizzativo: vedere i dirigenti con la cravatta griffata col logo sociale o altri accorgimenti simili ti fa un certo effetto, capisci che sei arrivato tra i grandi”.
Pensare per Marino all’inizio l’arbitraggio era poco di una curiosità: “quando ho cominciato non pensavo certo di poter arrivare fin qui; man mano la Sezione è diventata la mia seconda casa, tutti mi hanno sempre supportato in ogni momento, l’impegno è divenuto una costante, non l’ho mai visto come un sacrificio. Allenarsi e applicarsi, questo voglio dire ai ragazzi che arrivano per la prima volta in Sezione”. Parola di un ragazzino adesso diventato grande, per camminare insieme ai grandi!
Valerio Villano Barbato