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MILOS TOMASELLO ANDULAJEVIC: CAI – CAN D "ONE WAY"


Ci sono sogni che durano il tempo di un istante, altri che ti accompagnano per tutta una vita. Quello del nostro amico appartiene proprio alla seconda categoria.
A distanza di un anno ritroviamo Milos Tomasello Andulajevic sui fortunati gradoni del CONI per riprendere il racconto iniziato un’estate fa: il gigante buono della nostra Sezione ha infatti usato le sue lunghe leve per superare i confini della CAI e planare dritto in CAN D: " È  stata una stagione incredibile, sotto tutti i punti di vista: grande impegno fuori e dentro il campo, altrettanto grandi soddisfazioni". Oltre che le normali situazioni il buon Milos si è trovato a gestire una problematica logistica non da poco: "uno dei grandi punti interrogativi era quello legato all’organizzazione delle gare, in quanto la preparazione della mia tesi di laurea mi ha portato a viaggiare spesso fuori dall’Italia. Durante il primo raduno ho esposto questa situazione e fortunatamente ho trovato una sponda positiva nella commissione e particolarmente nelle figure di Giannoccaro e Velotto". Sistemato l’aspetto organizzativo, sotto con il campo: "diciamo che l’inizio è stato abbastanza "diesel" visto che la prima gara in Calabria non è andata particolarmente bene, ma grazie ai consigli che arrivavano dalla Sezione e dal mio tutor Paolo Consonni, altra persona fondamentale in questa annata, sono riuscito a ripartire subito alla grande, incasellando una serie di prestazioni di ottimo livello". Col vento in poppa dei successivi match ben diretti, per il nostro eroe la stagione sembrava dovesse procedere a gonfie vele, invece, ecco uno scoglio presentarsi in un momento clou: "in Veneto a febbraio ho avuto una battuta d’arresto che mi ha portato a un mese di stop, ma anche da questo momento sono riuscito a tirare fuori il meglio: ho ricevuto una "confidenziale" da parte di Giannoccaro che mi ha fatto riflettere sull’importanza dei dettagli, del particolare. Sul famoso "quid" da ricercare per raggiungere il top. Ho capito che la commissione si aspettava molto da me e che potevo farcela". Spronato a dare il massimo Milos non si è lasciato scappare l’occasione e "in Campania, una gara di fuoco, due squadre che si giocavano la salvezza, mi ritrovo l’Organo Tecnico in covisionatura; era la gara del tutto o niente". E fu tutto. Un po’ di saliscendi forse frutto della peculiarità della categoria: "sia per noi che per gli osservatori è difficile saltare da una gara all’altra, da una categoria all’altra ogni domenica quindi si possono incontrare delle difficoltà. L’importante per i direttori di gara è porre sempre attenzione al colloquio di fine match cercando di carpire i piccoli trucchi per poter rendere al massimo". Con un finale in continuo crescendo il nostro fuoriclasse si guadagna l’onore e l’onere della direzione di una finale play-off d’Eccellenza: "Soresina - Liventina Gorghense, il responsabile degli osservatori CAI Luigi Stella in tribuna, e in campo una squadra arbitrale formata da altri tre assistenti (compreso il quarto uomo) tutti poi transitati all’Organo Tecnico superiore. Ho saputo risolvere al meglio alcuni episodi complicati, anche grazie alla perfetta collaborazione col resto del team, e mettere la ciliegina su una stagione da ricordare".
Adesso la Serie D dove ad attendere Milos ci saranno Alberto Santoro e Giuseppe Trischitta: "è segno che la nostra Sezione sta crescendo, la mole di lavoro svolta è tanta e di ottima qualità. Sono sicuro che cercheremo di fare di tutto per portare in alto i colori dell’AIA Messina, mantenendo quel filo di competizione che non guasta mai".
Prima di chiudere un po’ di spazio ai pensieri in libertà: "un mio rammarico in questa annata è  di non aver potuto partecipare con gli altri amici della Rappresentativa al Torneo dell’Amicizia, ma mi sono ripromesso di non mancare l’anno prossimo. Poi, visto che questo è stato un periodo di cambiamenti, voglio fare un grande in bocca al lupo a Michele Cavarretta per il nuovo incarico e un ringraziamento a Pippo Raciti per il lavoro svolto. Infine, non posso non ricordare la persona che forse per prima si accorse delle mie doti: Vincenzo Zampardi. Se sono arrivato fin qui una parte del merito è anche sua". Anche per quest’anno ci salutiamo, la chiacchierata termina qui, ma il sogno è ben lungi dal finire: al prossimo viaggio, alla prossima avventura, alla prossima estate…

Valerio Villano Barbato


 
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