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LA PRIMA RIUNIONE DELLA STAGIONE CON LA VISITA DEL PRESIDENTE D'ANNA

Si è svolta giovedì 27 Settembre 2012 la consueta visita da parte del Presidente del Comitato Regionale Arbitri della Sicilia, Rosario D'Anna. Il massimo dirigente regionale nella visita presso la nostra Sezione è stato accompagnato dal Componente Coordinatore degli Osservatori Arbitrali, Salvatore Occhipinti e dal nuovo componente del CRA Sicilia Orazio Postorino, figure ormai familiari per i locali sezionali messinesi. Insieme con loro, ospiti sono stati anche il dott. Mario Tamà ed il dott. Leonardo La Cava, rispettivamente, delegato e segretario della FIGC di Messina.
Il reggente della delegazione ha concentrato il suo intervento sulla crisi a livello di società che quest’anno ha colpito diversi campionati provinciali. Il Dott. Tamà si è soffermato soprattutto sul rispetto del codice etico da parte degli arbitri e delle società, evidenziando come il rispetto di tale codice da parte di tutti "faciliti" il compito dell'arbitro e permetta un più tranquillo svolgimento della gara.
La riunione, che ha aperto ufficialmente la stagione 2012/2013, è stata l'occasione per il neo Presidente, Massimiliano Lo Giudice, di presentare il nuovo Organigramma della Sezione di Messina. Questa però, non è stata l'unica "presentazione". Abbiamo avuto il piacere di mostrare per la prima volta dinnanzi al Presidente D'Anna, ai componenti del C.R.A ed agli altri ospiti intervenuti alla riunione, il nuovo sito internet della Sezione.
Il Presidente Lo Giudice non ha fatto mancare i ringraziamenti da parte sua e di tutta la Sezione di Messina nei confronti dell’ex Presidente Orazio Postorino, per il lavoro svolto durante il suo mandato, garantendo il massimo impegno da parte sua e del nuovo direttivo per continuare il percorso da lui intrapreso e riportare la Sezione "Salvatore Rizzo" ai fasti di un tempo.
A margine dell'intervento del Presidente Lo Giudice è stato anche mostrato il video dello stage degli Arbitri Ots svoltosi a Melia di Scilla dal 31 Agosto al 3 Settembre.
La parola è poi passata al Presidente D'Anna che è riuscito a trattenere l'assemblea intervenuta per più di un’ora. Un intervento mai noioso, dovuto alla capacità di alternare battute e momenti divertenti a momenti di serietà.
Il Presidente ha dapprima ripreso il concetto già introdotto dal Dottor Tamà riguardo il rispetto del codice etico, sottolineando come l'incolumità degli arbitri sia un aspetto che non deve mai essere sottovalutato perchè nel un processo di formazione di un arbitro, a maggior ragione se giovane e alle prime esperienze, episodi di violenza possono impedirne la crescita a livello arbitrale ma anche avere conseguenze sul piano caratteriale del collega dentro e soprattutto fuori dal campo. Il Presidente ha, dunque, evidenziato come qualche errore nella direzione di una gara ci possa sempre essere perchè tutti sbagliano, arbitri e non, ma è sempre necessario e fondamentale il rispetto. Ricollegandosi a quanto detto dal Presidente Lo Giudice, D'Anna ha cercato di spronare gli associati intervenuti, invitando tutti a dare il massimo sempre, in partita così come negli allenamenti, dando la possibilità alla Regione prima e alla Nazione dopo di poter attingere un sempre maggior numero di arbitri dalla nostra Sezione.

Marco Quartuccio



"A COLLOQUIO" CON IL PRESIDENTE D'ANNA


In occasione della sua visita nella nostra Sezione, abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune battute con il Presidente regionale.

Presidente, quali sono gli obiettivi stagionali del CRA Sicilia?
Sono abbastanza evidenti: vogliamo cercare di valorizzare quanto possibile tutte le risorse, che vanno dal più giovane al più anziano, con un percorso di formazione, stage, applicazione, aggiornamenti regolamentari. Selezioneremo poi gli elementi più validi che hanno risposto in campo e che hanno svolto un percorso completo anche a livello sezionale, perché oggi per me un arbitro completo deve avere un "pedigree" sezionale: chi si allena, chi frequenta la sezione, chi dimostra il suo impegno andrà avanti, mentre chi pensa solo ad arbitrare, senza andare in sezione, anche se arbitra bene, non sarà un arbitro completo. Le sezioni vanno frequentate.
A che livello sono secondo lei gli arbitri siciliani rispetto a quelli del resto d'Italia?
Gli arbitri siciliani sono uguali in tutto e per tutto agli altri. Certi anni abbiamo a disposizione elementi davvero validi, mentre in altri si fa un po' di fatica in più, ma gli arbitri delle nostre sezioni non hanno nulla da invidiare a quelli del resto d'Italia.
Che ne pensa dell'implemento, nella massima serie e nelle competizioni europee, degli arbitri di porta?
Spero che portino beneficio nel calcio senza disparità di trattamento, perché il calcio è bello perché si gioca, a tutti i livelli allo stesso modo. Se poi una competizione ha più occhi rispetto a qualcun'altra si potrebbe creare qualche disparità. Fin quando ci sono le risorse va bene, anche se ci sono casi in cui anche con sei arbitri in campo non si accorgono di un episodio e commettono errori. Ma sono gli errori stessi a rendere il calcio bello.
Non pensa che gli arbitri dovrebbero avere più possibilità di parlare e farsi sentire?
Oggi secondo me non c'è nessun arbitro a cui è vietato parlare o dire qualcosa sulla sua attività ed infatti, sono tanti gli arbitri iscritti ai social network. Quello che chiediamo è di avere prudenza e riservatezza: se qualcuno incontra in un luogo pubblico, virtuale o reale, un arbitro che ha diretto una propria gara, potrebbe tendergli un tranello, insultarlo o rivolgergli qualche battuta alla quale l'arbitro potrebbe rispondere d’istinto, mettendosi in una situazione difficile.
Per quanto riguarda il fine gara, c'è da considerare la tensione della partita stessa. All’arbitro, poi, finirebbero sempre con il chiedere ragioni del proprio operato, il perché abbia decretato un calcio di rigore o qualche altra cosa. In quel momento, si dovrebbe avere una grande forza mentale, dopo aver compiuto un importante sforzo in campo e si dovrebbe sapere cosa dire, come rispondere, senza violare i precetti regolamentari che lo vincolano alla riservatezza. Non è così semplice.

Simone Intelisano


 
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