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A kind of magic
One dream one soul one prize one goal
One golden glance of what should be
It’s a kind of magic
One shaft of light that shows the way
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Una sorta di magia
Un sogno, un’anima, un premio, un obiettivo
Un balugino dorato di ciò che dovrebbe essere
E’ una sorta di magia
Un raggio di luce che mostra la via
È una specie di magia. Il mai troppo compianto Freddie Mercury lo diceva qualche tempo fa in una delle hit più conosciute della celeberrima band britannica. Ed è proprio questo quello che accade quando un gruppo di ragazzi uniti dalla passione, dal fuoco sacro, o per dirla col nostro “demiurgo” il Presidente Lo Giudice, dal virus dell’arbitraggio, si riunisce alla volta della Calabria, per intraprendere un viaggio che li porterà a crescere e condividere giornate, emozioni ed esperienze. Melia di Scilla è più di un luogo ormai, è più di un nome; è un significato, un simbolo. Arrivare presso il Villaggio del Pino equivale a dire “sì, ci siamo, possiamo partire”. Anche quest’anno quattro giorni pieni, intensi, ricchi di appuntamenti sul campo e fuori.
È la terza volta che salgo su quella nave, le sensazioni non possono essere più quelle del novellino, visto che di trasferte insieme ai miei “fratelli” in casacca nera ne ho fatte tante, eppure ogni volta che indosso la mia cara polo, con la scritta Messina dietro, è come se partissi protetto da un’armatura, diretto verso un’avventura senza fine.
Li vedo, i giovani dell’OTS, alcuni spavaldi, altri taciturni, cerco di scovare subito quello che potrebbe in qualche modo assomigliarmi ma realizzo subito come sia un proposito impossibile. Non è più il mio tempo, è il loro adesso, ed è giusto che inizino a calarsi nella loro nuova realtà: sudore sul campo, concentrazione dentro l’aula. Se questa fosse una istituto d’istruzione di sicuro sarebbe “un’università”. E perdonate l’immodestia ma i docenti non mancano e sono tutti di caratura massima: insieme con il Presidente, ad alternarsi in una staffetta consolidata dal tempo, Umberto Cucè, Christian Valerio e Santino Morabito, infaticabili e infallibili predicatori dell’arte arbitrale catturano l’attenzione dei presenti snocciolando nozioni e consigli utili alla formazione dell’arbitro perfetto. Le mille situazioni di gioco di un qualunque match vengono esaminate sul manto erboso del campo messo a disposizione dal cordialissimo staff del “Villaggio”, e ce n’è per tutti i gusti: piazzamento, posizionamento, fuorigioco, riprese del gioco. Nulla si lascia al caso. La gara della squadra arbitrale iniziata con la designazione prosegue fino al triplice fischio, ma senza le giuste direttive non si va lontano, e allora, ci pensa il prof. Meli a torchiare per bene gli allievi con i suoi temutissimi quiz e con gli appassionanti video formativi.
Per molti potrebbe bastare cosi, ma, come ogni accademia che si rispetti, anche nella nostra non può mancare il momento della Lectio Magistralis: più di tutti uno solo può tenerla, e, forse non è un caso che il suo nome coincida con quello di un celebre poeta latino. Ovviamente è del Presidentissimo Orazio Postorino che stiamo parlando, e del suo discorso alle matricole, che mai come quest’anno si rifà al “carpe diem” del suo più celebre omonimo: “il nostro lavoro non avrebbe senso senza la vostra presenza, quello che facciamo è per voi; cercate di cogliere questa possibilità, questa opportunità. Durante questi anni farete tante belle partite, ma il ricordo presto svanirà; quello che rimarrà per sempre sarà il ricordo delle cose fatte insieme”. Parole facili da ricordare, ma difficili da mettere in pratica. L’arbitraggio, come la vita, è questione di attimi, di centesimi e di centimetri. Melia di Scilla 2014 è stato un ritiro, è vero, ma ancor di più una scuola, una palestra di vita, per molti un primo assaggio della nostra Associazione.
Vivere intensamente il presente, sudare, gioire e soffrire insieme. È una sorta di magia. È l’AIA Messina.
Valerio Villano Barbato