A volte la potenza evocativa di un luogo è tale da concentrare in sé ricordi, speranze, passioni, gioie e dolori di un intero mondo. Coverciano, con la sua aura sacra, è uno dei posti con tale forza. Varcare i fatidici cancelli della struttura federale toscana è impresa riuscita solo al gotha del calcio nostrano: leggende come Baggio, Maldini, Scirea, Zoff e Del Piero. Solo per citarne alcuni. Riuscirci con addosso la divisa da arbitri anziché quella della Nazionale, è qualcosa che rende il sogno ancor più dolce e particolare.
In occasione del concentramento interregionale Toscana-Sicilia organizzato dal CRA dell’ex internazionale Matteo Trefoloni, tre portacolori della nostra sezione, Alfredo Iannello, Marino Rinaldi ed Enrico Gemelli, hanno potuto vivere una tre giorni intensa ed emozionante, all’interno del celebre “Quartier Generale” degli Azzurri. Di ritorno dal viaggio, li abbiamo intercettati in Sezione per un resoconto della loro esperienza.
Nel marasma di sentimenti che ancora scuote i nostri colleghi strappare qualche parola non è facile, ma cerchiamo di rubare qualcosina, partendo proprio dall’inizio: “il trasferimento non è stato dei migliori, abbiamo trovato una famigliola un po’ troppo allegra che ha reso il volo diciamo molto movimentato; come se non bastasse io non mi sentivo tanto bene” attacca Iannello, che confessa come la convocazione sia arrivata del tutto inaspettata: “sapevo dello stage ma non credevo di farne parte; per me è stata una vera soddisfazione, anche perché è stata la prima volta a Coverciano, a differenza dei miei colleghi che già ci erano stati”. Già, perché, piccola curiosità, sia Gemelli che Rinaldi vi erano entrati da protagonisti, in quanto selezionati nel progetto UEFA “Talent e Mentor”. “Sì, non era la prima volta ma, senza falsa retorica, possiamo dire che l’emozione è sempre la stessa: sai che hai a che fare col meglio che c’è in circolazione. È una grande gioia”. Per l’importante occasione il Comitato quasi al completo ha accompagnato il drappello dei ragazzi, delle 12 sezioni siciliane: il presidente Raciti, insieme al vice Salvaggio e ai componenti Postorino, Di Marco, Marano e Giordano.
Atterrati e scambiati i formali convenevoli con i ragazzi toscani, che da bravi padroni di casa si sono recati a prendere gli ospiti direttamente all’aeroporto, mostrandosi sempre a disposizione della nutrita rappresentanza siciliana, è tempo di fare sul serio. Grazie alla qualità straordinaria dello staff del CRA Toscana, i nostri vengono sottoposti a una seduta intensiva di tecnica arbitrale: “siamo rimasti tutti colpiti dalla professionalità e dall’esperienza di Trefoloni che si è mostrato una persona davvero preparata sotto ogni punto di vista: grazie ad una serie di filmati sono state messe in luce le differenze tra i due modi di approcciarsi alla partita: più pragmatico quello toscano, più focoso il nostro. Se da una parte c’è maggior attenzione verso l’applicazione rigida del regolamento, dall’altra prevale l’aspetto preventivo e deterrente della funzione arbitrale”, ci spiega brillantemente Gemelli, che continua: “grazie a questo strumento i membri delle due commissioni hanno cercato di illustrare al meglio le differenze fra i due stili, in modo da superarle, nell’ottica della massima omogeneità di interpretazione”. Non solo aula, ma anche un ricco menù atletico condito da una “gustosa” sorpresa: “la seconda giornata, quella di martedì, è iniziata sul campo, con una sessione abbastanza pesante, guidata dal referente atletico toscano, Alberto Catastini, della sezione di Pisa: oltre ai consueti esercizi abbiamo provato un test in fase di sperimentazione, chiamato “diagonal test”, davvero molto interessante…” Tornati dal campo, per completare una giornata da numeri 1, l’incontro con Rizzoli, la punta di diamante del movimento arbitrale italiano: “è stato qualcosa di unico. Nessuno voleva che smettesse di parlare. La sua lezione si è trasformata in una specie di laboratorio, dove grazie all’analisi dei filmati ognuno è stato reso partecipe, messo nelle condizioni di poter aggiungere qualcosa della propria esperienza”. Immancabile in chiusura l’intervento del presidente Nicchi, che ha ricordato le sue emozioni di giovane arbitro a Coverciano, parlando anche dell’inaugurazione avvenuta nell’ormai lontano 1958, augurando ai ragazzi di poter tornare tante volte nella prestigiosa struttura.
E così, dopo una tre giorni da TOP REFEREE a "casa Italia", con quest'ultimo auspicio, si addolcisce l'amaro della fine di un sogno. Beh, ragazzi, ricordate che una famosa massima dice: “Svegliarsi è l’unico modo per realizzare i propri sogni”.
Valerio Villano Barbato