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DANIELE ORSATO: "IL SOGNO È A PORTATA DI MANO"


“Fra 16 anni vado in serie A”! Questa storia comincia così, come un gioco fra due fratelli, con un bigliettino riposto in un cassetto. Quante volte abbiamo chiuso gli occhi sperando che una recondita speranza potesse trasformarsi in una concreta realtà. Bene, il nostro ospite, è riuscito a tirare fuori dal cassetto quello che per lui non era nemmeno un sogno. Ma un obiettivo.
Grinta, lavoro, sacrificio. Ecco il mantra di Daniele Orsato da Schio, star di una bellissima giornata che ha visto trasformarsi per un giorno la sezione di Messina in un polo tecnico d’élite.
Ricco il menu previsto dall’internazionale veneto: pomeriggio seduta atletica al campo di atletica del CONI di via Torrente Trapani, a seguire, riunione alla presenza di una folta schiera di fischietti provenienti da tutta la Sicilia. In serata cena di gala presso l’Hotel Europa di Tremestieri. A fare gli onori di casa il presidente Massimiliano Lo Giudice, accompagnato dal vice Santino Morabito, e dal presidente regionale Michele Cavarretta, giunto a Messina insieme con il coordinatore Armando Salvaggio.
Pochi fronzoli, niente filosofia. Assistere ad una “lezione” di Daniele è come averlo di fronte sul terreno di gioco: sembra di poter toccare quell’energia di chi è arrivato lassù con le proprie forze, con il sudore della gente che sa “tirarsi su le maniche”, come gli piace ricordare. Per i ragazzi seduti in estasi ad ascoltarlo il messaggio è chiaro e diretto “non permettete a nessuno di impedire il vostro sogno. Ma non createvi alibi. Dovete faticare, dovete lavorare”. La pigrizia di chi dopo ogni partita trova sempre una scusa per giustificare i propri errori: ecco il primo nemico da abbattere, il primo avversario che ogni arbitro deve imparare a fronteggiare. Proprio con lo stesso atteggiamento che il buon Daniele mostra nei filmati visionati e commentati insieme ad alcuni “fortunati”, chiamati all’appello. Ogni episodio una pillola di esperienza utile a far crescere e formare i futuri arbitri di Serie A, perché, come ci tiene a ricordare ancora una volta Orsato, se ci è arrivato lui, che di mestiere fa l’elettricista, perché non dovrebbero arrivarci ragazzi preparati, allenati e vogliosi di dimostrare le proprie capacità, come quelli seduti di fronte a lui. E per cominciare a respirare un po’di quell’aria speciale che solo certi palcoscenici possono offrire, al termine della riunione, il nostro ospite, ha voluto omaggiare la sezione di ben due divise: una della stagione in corso, e quella con la quale, insieme ai colleghi Rizzoli, Damato, Tonolini, Di Liberatore e Cariolato, ha diretto le gare di Euro 2016. Per sognare in grande bisogna partire da stasera!

A conferma della sua grande disponibilità prima della cena Daniele Orsato ci ha concesso un paio di minuti, ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda, partendo dall’inizio della sua incredibile storia, quando un elettricista lascia la cassetta degli attrezzi per prendere il fischietto: “la mia vita lavorativa ha sempre viaggiato parallelamente a quella arbitrale; ho soltanto ridotto un po’ il tempo da dedicarvici”. Per chi è settimanalmente impegnato in trasferte continentali è il minimo; ma come si trova un ragazzone di Recoaro Terme, guai a non specificarlo, ad andare in giro e confrontarsi con questi mostri sacri del pallone ”so per certo che è motivo di grande orgoglio per i miei compaesani sapere che li rappresento nel mondo, ed io non posso che essere onorato di questo. Cerco di portare in giro sempre i miei valori”. Dei valori puri, di uno che conosce bene il lavoro “non passa secondo di ogni partita che io non faccia pesare ai calciatori il fatto di trovarsi di fronte un UOMO prima ancora che un arbitro. Giusto, imparziale, con dei valori da applicare nella vita prima che nel campo. Non posso fare differenze tra i calciatori così come non le faccio coi miei figli”. A proposito di figli, di famiglia, non si può certo dire che la generazione Orsato sia stata sfortunata, con una leva di fenomeni del calibro di Rizzoli, Rocchi, Tagliavento ecc. “hai citato nomi di grandissimi arbitri, ma posso dirti che ormai non si parla più dell’arbitro come singolo, ma dell’intera classe arbitrale. Sono sicuro che una volta usciti noi, ne arriveranno degli altri parimenti bravi. Sarà compito nostro e dei nostri istruttori trovare i portabandiera del futuro”.
Prima di guardare al domani un breve salto al passato, alla ricerca di qualche rimpianto nella carriera del nostro amico “nella mia carriera non manca niente. Ti potrei dire che ho partecipato all’Europeo solo come Addizionale ma Nicola (Rizzoli), non mi ha mai fatto sentire solo un Addizionale, ero un arbitro e facevo parte della squadra con le mie responsabilità”. Prima di chiudere un pensiero per i ragazzi più giovani “ai miei colleghi voglio dire che sono forti, li vedo ogni domenica sudare sui campi, devono avere ancora più convinzione dei loro mezzi perché fra qualche anno il loro sogno potrà realizzarsi”.
Dopo una serata del genere non possiamo che ringraziare Daniele, un numero 1 del fischietto, ma soprattutto un Top Class nella vita. Uno dei nostri sogni si è già avverato.

Valerio Villano Barbato

 
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