Menu principale:
LA NOSTRA "FAMIGLIA AIA" RIUNITA PER LA TRADIZIONALE CENA NATALIZIA
Corriamo il rischio di ripeterci, ma trovare nuove parole per descrivere emozioni che puntualmente si ripresentano sempre uguali a questo punto della stagione è difficile. Ancora una volta la sapiente organizzazione del Direttivo sezionale ha fatto centro.
Dicembre è per definizione periodo di regali, di auguri, di famiglia; e allora, quale occasione migliore se non una cena per mettere insieme la nostra, di famiglia. La Cena per eccellenza, dove anziani e giovani, grandi e piccoli si mescolano insieme, dimenticando quale sia la data scritta sulla propria carta d’identità, in un’atmosfera magica e irripetibile, si è consumata presso gli splendidi locali del “Sapore Divino” di Ganzirri, dove tra ottime portate e buona musica gli amici dell’Associazione si sono ritrovati per chiudere degnamente un anno ricco di soddisfazioni.
Celebrazioni di successi sportivi certo, ma soprattutto ricordi di un pezzo di vita fatta insieme. Quella stessa vita che ogni domenica, anzi ogni settimana, ci porta ad entrare in terreni di gioco spesso al limite del praticabile, sottoporci a pressioni non da poco, e beccarci la solita razione di insulti. Proprio questa stessa esistenza condivisa fa sì che non siamo di fronte ad una cena aziendale, dove il presidente-
Capita poi, che si incontrino dei fratelli maggiori, che di strada ne hanno
È il caso dei tre Decani, premiati ieri per il cinquantesimo anno di “tessera” con un fischietto d’oro e una speciale pergamena, a dimostrazione che la nostra famiglia non dimentica nessuno. E come potremmo dimenticare poi, chi, durante questa stagione, ha portato in alto i colori e il nome della nostra maltrattata città, in giro per l’Italia e per la Regione, portando sul petto uno stemma mostrato con orgoglio e onore: gli associati maggiormente distintisi nel corso della passata stagione sportiva sono stati insigniti con una targa, a ricordo delle loro gesta, e sprone a compierne di sempre migliori.
Il premio più bello tuttavia, non è stato scritto su carta, né impresso su metallo o legno. Marchiato a fuoco in ognuno dei nostri cuori, il ricordo di una serata magica passata con una grande famiglia, dove ognuno conosce il proprio posto, e dove ogni membro sa di avere la giusta importanza.
Non esistono grandi arbitri che non siano grandi uomini, non esistono grandi uomini senza una grande famiglia.
Valerio Villano Barbato
MARABELLO, NASTASI E VIOLATO: 50 ANNI (DI TESSERA...) E NON SENTIRLI
La consueta cena natalizia che ormai da tempo rappresenta uno dei momenti più emozionanti dell’anno per la nostra Sezione, ha vissuto in quest’edizione un momento particolare: il riconoscimento per tre componenti della grande famiglia che festeggiano i 50 anni di tessera. Parliamo di Domenico Marabello, Gioacchino Nastasi e Aldo Violato, compagni di corso 50 anni fa, amici ancora oggi. L’emozione si leggeva chiaramente nei loro occhi, mentre parlavano con vecchi colleghi, compagni di tante avventure, con i quali sono stati condivisi tanti sorrisi e tanti momenti indimenticabili.
Per Mimmo Marabello, “l’arbitraggio aiuta a trovare tanti amici, con i quali a distanza di decenni ci incontriamo ancora in riunioni o in occasioni speciali come la tradizionale cena di Natale”. Raggiungere poi, 50 anni di tessera, è un traguardo non da tutti: “è una grande emozione -
Toccanti le parole di Gioacchino Nastasi, il quale ci confida che per lui far parte dell’Associazione vuol dire “continuare a vivere. Nonostante abbia smesso di arbitrare presto per lasciare più spazio alla mia professione, mi sono ritrovato sempre nella vita gli insegnamenti ricevuti durante la carriera”. Tra i tanti insegnamenti, Gioacchino non dimentica quelli di Don Mico Mazzotta: “i suoi, oltre che insegnamenti tecnici, erano lezioni di vita. Ci diceva sempre che per essere un buon arbitro, basta applicare le semplici regole della vita: non fare compromessi, avere rispetto per se stessi, in modo da poter rispettare gli altri”. La cena natalizia, anche per Nastasi, è un momento immancabile, e di questo si congratula con il presidente Massimiliano Lo Giudice: “sono contento che insista anche lui in questa consuetudine che ci permette di stare tutti insieme”.
Per Aldo Violato invece, stare insieme a tanti arbitri “è un modo per sentirsi più giovani. I ricordi sono tanti e non si può dimenticare il passato. Gli anni pesano ma tutti dobbiamo andare avanti con voglia”. Violato, da quasi un anno, ricopre anche l’importante carica di delegato del Coni, ma “l’AIA è sempre la prima casa: una famiglia che mi ha fatto gioire e mi ha fatto soffrire. Tutte le emozioni che l’arbitraggio ci dà, sia negative che positive, sono indimenticabili”.
Che aggiungere alle parole di questi nostri venerandi colleghi? Tanti auguri, buone feste e...altri 50 di questi anni!
Simone Intelisano