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Archivio > News > 2012/2013

Di nuovo in cima alla Sila per scoprire l’importanza di essere gruppo


Il sole ci bacia. Dobbiamo partire e questo sembra essere un buon auspicio. Come passeggeri del legno infernale è Caronte che ci porta tra le braccia di Scilla, ma non stiamo certo scendendo nell’Ade. Venerdì 31 maggio 2013 è un’altra di quelle date destinate a rimanere nella memoria di ognuno di noi come l’inizio di una grande avventura che tra risa, buona compagnia e tanta, tanta passione culminerà nel migliore dei modi. Il memorial “Gagliardi-Pescatore” è ormai diventato un classico per la nostra sezione, oltre che per l’aspetto prettamente agonistico, come occasione irripetibile per forgiare nello spirito e nel corpo i nuovi associati che vi prendono parte. Per molti di noi è il battesimo in questo tipo di manifestazioni, ma ci sentiamo tutti a nostro agio fin dal primo istante: quello della formazione delle “macchine”. Io sono tra i fortunati che faranno parte del leggendario pulmino di Giovanni Aveni, che probabilmente meriterebbe un articolo a parte…
Ore 17 e spiccioli, finalmente riusciamo a imbarcarci dopo qualche problema tecnico che ritarda lo start della nostra missione. Il clima è quello giusto, insieme a noi anche il Presidentissimo Postorino, immancabile presenza portafortuna in tutti i tornei affrontati dalla Sezione. Durante il tragitto, tra le consuete foto ed i primi sfottò tra compagni, si chiacchiera delle passate edizioni, della storia della nostra squadra e di quanto importanza abbia nell’ottica della crescita di un’associazione che vuole essere una grande famiglia, prima ancora che un centro per la rigida formazione di fischietti, partecipare ad eventi come questo. Dopo circa tre ore di marcia, si arriva a destinazione. È un vento gelido ad accoglierci dinanzi l’albergo “Lo Sciatore” di Camigliatello, nostra base per questi due intensi giorni di gare e divertimento. A far subito da contraltare, però, il calore dei “padroni di casa”. Appena arrivati sistemazione in camera e cena: una nota di merito va sicuramente ai camerieri ed all’intero staff della struttura che sono stati davvero impeccabili in ogni dettaglio mostrando professionalità e gentilezza dal primo all’ultimo minuto della nostra permanenza in Sila. Le specialità gastronomiche che ci vengono servite farebbero la felicità di qualunque gourmet, e noi non facciamo certo complimenti. La serata, passa via tra qualche simpatico scherzo che vede coinvolte le reclute dell’ultimo corso; tuttavia queste non tarderanno ad ottenere la loro “vendetta” solo ventiquattr’ore più tardi. L’aspetto agonistico della manifestazione è curato molto bene e il fitto programma di partite si dipana in un girone all’italiana che prevede una sorta di “Tutti contro Tutti”, alla fine del quale solo le prime due classificate si giocheranno lo scettro di vincitrice del torneo. La temperatura oscilla tra gli 0 e i 15 gradi e questo porta a qualche problemino di adattamento per gli atleti, tuttavia, il maltempo che palesava la sua minaccia prima dell’avvio del Memorial non si è manifestato se non nella tarda serata del 1 giugno, senza quindi causare problemi al regolare svolgimento delle gare. Proprio in questa serata, la cena si è trasformata in una specie di gala, dove i rappresentanti di tutte le sezioni, per noi il Presidente Lo Giudice e il Capitano Maddocco, sono stati premiati per la partecipazione, e coinvolti in un certamen a suon di brindisi. La giornata finale, per noi particolarmente emozionante, perché condita dalla meritata vittoria, assume un significato speciale quando al banchetto delle premiazioni fanno capolino i parenti dei due sfortunati colleghi che purtroppo non sono più tra noi, e alla cui memoria è dedicato il torneo: in un misto di sentimenti contrastanti come gioia e dolore, euforia e tristezza, si procede con le premiazioni, rivolgendo lo sguardo verso il cielo e ringraziando coloro che hanno reso possibile tutto ciò. Infine, si torna a casa. Non prima però di aver tracciato un bilancio di questa avventura, conclusa in modo degno, concretizzata con un pieno di coppe e medaglie: scendere in campo la domenica contro 22 avversari è il compito di ogni arbitro, che tutte le settimane gioca partite difficilissime, e spesso si trova di fronte un nemico inaspettato, se stesso. La forza della nostra Sezione è quella di saper creare una squadra, non soltanto quando è il momento tirare calci al pallone, ma anche e principalmente fuori dal rettangolo verde. Essere uniti, fuori e dentro il campo, essere AMICI, ancor prima che colleghi. Questo è il segreto dell’AIA Messina. Un segreto forse facile da scoprire, ma non da apprendere. AIA Messina, arbitri, atleti, UOMINI.

Valerio Villano Barbato





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