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UNA GIORNATA “INTERNAZIONALE”:
FABIO GELONESE RACCONTA IL FUTSAL

Grande entusiasmo in Sezione venerdì 6 febbraio, per la visita dell'internazionale Fabio Gelonese, originario di Reggio Calabria, ed oggi in forza alla consorella di Saronno.
Giunto in città nel pomeriggio, Fabio ha voluto partecipare ad un allenamento con i nostri ragazzi, presso l’impianto di atletica “Cappuccini”, dove ha illustrano le più evolute metodiche in uso ai massimi livelli, catturando l’interesse degli presenti.
Dopo aver curato il corpo, spazio alla mente: veloce trasferimento nei locali sezionali dove è il Presidente Lo Giudice “ad aprire le danze” ribadendo come quella del Calcio a 5 sia “una famiglia nella famiglia, che cresce e raccoglie i frutti di un grande lavoro”. Presente al consesso anche Gino Cilea, ex osservatore nazionale, il quale ha avuto un ruolo fondamentale nella carriera di Fabio, rappresentando un vero e proprio costante riferimento. Cilea ha voluto dapprima ricordare la figura di Salvatore Rizzo, indimenticato dirigente al quale è dedicata la nostra Sezione, per poi raccontare un curioso aneddoto legato alla sua amicizia con Gelonese: nella stagione 2000/2001, entrambi si recarono allo stadio Celeste per assistere insieme alla gara di C1 fra Messina e Catania, dove era stato designato a dirigere un giovane Nicola Rizzoli. A Gelonese non piacque particolarmente la direzione di gara, mentre Cilea non ebbe dubbi: “Questo qui farà strada”. Immaginiamo il sorriso di Gino, quando lo scorso luglio guardava in televisione la finale dei Mondiali brasiliani diretta da quel “piccolo” arbitro che aveva visto qualche anno prima in terza serie.
La parola passa quindi al protagonista della serata, proprio Fabio Gelonese, il quale esordisce esprimendo la sua felicità per l'ampliamento del progetto Uefa “Talent & Mentor” che da ormai 2 anni coinvolge anche gli arbitri di Futsal (e noi a Messina lo sappiamo bene, visto che in 2 anni, contiamo già tre “talent”: Fabiano, Di Marco e Inferrera).
E per Gelonese, è stato proprio Gino Cilea a svolgere in modo antesignano il ruolo di Mentor, come detto in precedenza: “A 25 anni avevo pochi stimoli, poi è venuto a vedermi ad arbitrare e gli sono piaciuto. Lì è cambiata la mia carriera”. Così Fabio, passò dal calcio a quello che, allora, veniva definito, quasi a sminuirlo, “calcetto”, senza neanche immaginare le grandi soddisfazioni che si sarebbe preso, vedi ad esempio la direzione della gara decisiva per l'assegnazione dello scudetto nella scorsa stagione e quella per le qualificazioni degli Europei Uefa tra Svezia e Armenia.
Il nostro ospite ci ha voluto tratteggiare la storia di questa disciplina, molto recente. Basti pensare che il primo campionato ufficiale FIGC si è disputato nel 1983. Anche il numero di arbitri in campo è cambiato più volte: si è passati dall'arbitro singolo al doppio arbitro, più terzo a bordo campo e cronometrista, passando per l'esperimento di un arbitro con un guardalinee. Fabio ha poi raccontato le p
eculiarità di questo: “E' uno sport più veloce e immediato rispetto al calcio. Ci vuole una velocità nello sviluppo del pensiero almeno tre volte superiore, soprattutto per quanto riguarda la concessione del vantaggio”.  
Per concludere la riunione, ha mostrato parecchi filmati: da un video che ha riassunto la finale degli Europei del 2014 vinti dalla nazionale italiana, ad una clip che mostrava Gino Cilea in azione, quando ancora l'arbitro di Futsal era affiancato dal guardalinee. Tanti poi i filmati legati al Futsal moderno, con le partite arbitrate dallo stesso Gelonese. Non solo “fischi giusti”: Fabio ha raccontato le peculiarità del Futsal anche attraverso l'analisi di qualche suo errore.
La riunione è stata la “ciliegina sulla torta” per quanto riguarda il programma di rilancio degli arbitri di questa disciplina, promossa sin dall'elezione del nostro Presidente, che già da un paio di anni, insieme con Andrea Lippolis e Luca Sulfaro, non ha lasciato nulla di intentato per far venire a Messina un vero “benchmark” (rimanendo in ambito… “internazionale”).

Simone Intelisano



Insieme al nostro responsabile sezionale per il calcio a 5 Andrea Lippolis, abbiamo accolto l’amico Fabio presso l'aeroporto di Catania e nel viaggio verso Messina, abbiamo affrontato un'interessante chiacchierata per conoscerlo meglio.
Non possiamo iniziare senza chiedere a Fabio, come è diventato arbitro: "Ho giocato a calcio fino a 22 anni; poi, studiando a Messina, non avevo più tempo per gli allenamenti e per le partite, così decisi di fare il corso e diventare arbitro presso la sezione di Reggio Calabria. Avendo giocato a calcio e conoscendo tanti meccanismi, ho bruciato le tappe. Infatti in soli 6 mesi sono passato dal settore
giovanile alla 2 a categoria. Il percorso però si complicò e arrivato in 1  a , ho avuto qualche defaillance. A 24 anni volevo mollare, non avevo più stimoli, ma a quel punto nella mia vita è entrata la figura di Gino Cilea, allora osservatore di Serie C. Mi apprezzava, e divenuto designatore in Sezione, mi designò per una partita importante di terza categoria e venne a vedermi. Mi disse che a confronto con un arbitro nazionale non avevo nulla di meno e in serie C non aveva ancora visto un arbitro come me. Questo paragone mi diede una grande carica e iniziai a credere in me, così arrivai in Promozione. A quel punto mi sono dovuto trasferire a Milano per lavoro e lì il Presidente della Sezione mi ha messo di fronte ad un bivio: assistente o arbitro di calcio a 5. A me la bandierina non piaceva proprio, preferivo nettamente avere un fischietto e due cartellini, così la scelta fu ovvia".
Arrivato nel calcio a 5, la scalata verso le vette alte è stata rapida: "Si tratta di un ambiente fenomenale. Se vai bene e concretizzi le disposizioni dell'Organo Tecnico, ogni anno hai sempre nuovi obiettivi da raggiungere. In ogni nuova stagione, poi, si resetta tutto e si riparte da zero. Al mio 4° alla Can 5 ho centrato l'obiettivo di entrare nella Top Class, ossia nei migliori 54 arbitri della categoria. La Can 5 è stimolante e se ami davvero questa disciplina, difficilmente ti annoi. Per me, l'arrivo fra gli arbitri Internazionali è stato il coronamento di tanti anni di duro lavoro, ma di certo non mi fermo qui".
Fabio ha percorso tutta l'Italia e, da quando è internazionale, anche parte dell'Europa e così ci dice: "La Spagna è nettamente avanti a tutti. Lì ci sono le polisportive. Basti pensare che il Barcelona vince la Champions League sia nel calcio che nel Futsal. In Italia invece credo che sia l'Abruzzo la regione che sta puntando di più su questa disciplina, con buone squadre e tanto pubblico".
Si dice spesso che il Futsal sia una disciplina in continua evoluzione, ma è realmente così? Fabio non ne sembra convinto: "Personalmente non credo. Forse stanno cambiando le tattiche utilizzate dagli allenatori, i quali cercano la perfezione in ogni azione, con la velocità del gioco che aumenta sempre di più. C'è invece l'evoluzione per quanto riguarda il modo di arbitrare, anche grazie al Commissario della Can 5, Massimo Cumbo". Il nostro viaggio si sta per concludere, ma restano ancora un paio di curiosità da soddisfare. C'è qualche regola del Futsal che sarebbe utile per l'aumento dello spettacolo anche nel calcio? "Adotterei l'espulsione a tempo. Nel calcio a 5 è fondamentale, perché giocare tutta la partita in 4 contro 5 è impossibile e lo spettacolo non ne beneficia assolutamente. Nel calcio è diverso, ma far tornare in parità numerica le due squadre dopo qualche minuto forse renderebbe le partite più divertenti ed equilibrate". Non resta che chiedere al nostro ospite, a cosa punta adesso? "Il mio obiettivo è non sbagliare nulla. La partita che sogno di arbitrare? Non ho dubbi: la finale dei Mondiali".

Simone Intelisano


 
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