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UN “BIJOU” DIETRO L’ALTRO IMPREZIOSISCONO LA NOSTRA RICCA STRENNA NATALIZIA

Il dicembre 2014 dell’AIA Messina è stato sicuramente uno di quelli da incorniciare: un grande evento, un gala ricco di ospiti, fatto brillare dalla presenza del Presidente Nazionale e, come da tradizione, tante sorprese sotto l’albero.
Sudati, voluti, fortemente cercati sono stati i "doni" che hanno allietato le festività di alcuni dei nostri associati e della nostra Sezione. Dopo la promozione del "talent" Benito Saccà, ecco infatti in rapida successione un’altra serie di passaggi a dare nuova linfa ed alimentare le nostre fila ai vertici regionali.
Il prima in rassegna era assai inverosimile che si sarebbe fatto sfuggire il "prezioso": non per niente, il Presidente lo ha definito "lo scugnizzo" e lui, da parte sua, non fa alcunché per smentire questo titolo. Che sia fuori o dentro il campo, fa poca differenza: il suo carattere esplosivo e vivace ci mette poco ad emergere. Marco Gugliandolo è il nostro nuovo portacolori in Eccellenza, coronamento di una stagione iniziata alla grande e culminata appunto con l’esordio nella massima categoria regionale. La storia che accompagna questa gara ha quasi dell’incredibile: "sembrava davvero non dovesse arrivare mai questo momento; per ben tre volte ho dovuto rimandare l’esordio per vari motivi, ma alla fine ce l’ho fatta".
Tenacia e forza di volontà sono elementi che non possono mancare nel bagaglio del buon arbitro e il nostro è uno di quelli che appartiene alla categoria: "quando ho iniziato l’ho preso quasi come un gioco, poi pian piano ho scalato tutte le categorie provinciali e sono arrivato in Seconda Categoria", è da lì che, in pieno stile Forrest Gump, parte la rincorsa di Marco: "arrivato a quel punto mi sono detto "proviamo a vedere com’è la Prima"; una volta raggiunta, ho pensato "chissà com’è arbitrare con gli assistenti". Poi, naturalmente, da quel giorno di dicembre a Catania è ovvio che il mio pensiero fosse rivolto solo a questo momento".
Per uno come Marco, abile a scalare categorie come un arrampicatore di roccia, sembra che le emozioni debbano rimanere confinate all’esterno e invece: "per questo traguardo un pensiero particolare va alla Sezione dove sicuramente ho imparato a formarmi come arbitro oltre che come uomo; su tutti non posso non ringraziare il presidente Massimiliano Lo Giudice che ha sempre creduto in me e mi ha sempre sostenuto in ogni momento". Ma il pensiero del nostro fuoriclasse non può che essere proiettato al futuro, come d’altronde è sempre stato durante la sua carriera: "adesso che sono qui non voglio precludermi nessun traguardo, so che sarà sempre più difficile ma io non mi tirerò certo indietro". In CAI sono avvisati, Marco Gugliandolo ha già messo gli occhi sulla prossima vetta.

Un altro degli alfieri di questo rinnovato movimento è Giuseppe Mattace Raso, poco prima che staccasse la spina per le meritate vacanze ci ha aperto le porte di casa sua per una piacevolissima chiacchierata.
Dopo appena dieci mesi dall’esordio in Prima Categoria, ecco la chiamata alla categoria superiore: "non sono molte le differenze tra Prima e Promozione, una su tutte, la Terna. Finora oltre a dover dirigere la gara dovevo controllare le panchine, le tribune, insomma tutto quello che accadeva fuori dal rettangolo di gioco. Adesso con due assistenti, che sono prima di tutto due colleghi, cambia tutta l’impostazione. So di poter contare su altre due persone, che in parte mi "sgravano" di alcuni compiti. Anche l’arrivo allo stadio, il briefing, tutto serve a farti capire che d’ora in avanti il gioco si fa davvero serio".
Seria rischiava di diventare la questione esordio per il nostro amico, che di domenica in domenica mordeva il freno in attesa della fatidica chiamata: "più passava il tempo e più nella mia testa sentivo quella vocina che mi diceva "non ce la fai a dicembre"; tuttavia non ho mai smesso di dare il massimo, ho spinto fino alla fine, e poi, quando è arrivata la partita sono stato felicissimo. Arrivare adesso in Promozione vuol dire tanto, perché è un’occasione per cercare di anticipare i tempi sui programmi futuri". Un futuro riempito però non soltanto dall’arbitraggio: "oltre naturalmente al mondo del fischietto, che occupa la quasi totalità del mio tempo libero, mi piace seguire altre passioni. Su tutto c’è lo studio, sono iscritto in giurisprudenza e presto vorrei raggiungere l’obiettivo della laurea. Poi c’è il calcio, che ho praticato ed è stato un elemento molto formativo nella mia vita, poi la musica, che uso anche per caricarmi prima delle partite". Non solo divisa e cartellini dunque, ma è innegabile che in Sezione ci si aspetta molto da lui: "in 4 anni sono passato dall’esordio assoluto a quello in Promozione, un traguardo inaspettato ma nondimeno  fortemente voluto. Con i colleghi ho stretto un grande rapporto di amicizia, di stima, di conforto reciproco. Quando loro andavano avanti io ero felice per loro e credo sia successo lo stesso a parti invertite". Una Sezione che un domani (lontano…) potrebbe vederlo anche dall’altro lato: "mi piacerebbe fra molti anni diventare osservatore, o comunque rimanere all’interno di questo mondo per poter continuare a vivere l’Associazione". Certamente un nobile desiderio, ma prima ci sono ancora tanti traguardi sul campo.

A chiudere il terzetto davanti ai nostri microfoni è Giovanni Amendolia, che è riuscito a mettere il naso davanti al fratello Domenico in una personalissima "battaglia" sportiva culminata con l’esordio del primo in Promozione, in attesa che anche il più piccolo dei due lo raggiunga presto nella nuova categoria: "con mio fratello ci confrontiamo quotidianamente sui temi dell’arbitraggio, non posso negare che non ci sia un minimo di competizione tra noi, sicuramente però è una sfida sana e corretta".
A proposito di sfide, certo non dei più semplici l’esordio di Giovanni: "è stato sicuramente un inizio col botto, 4 espulsi e una gara ad altissimo contenuto agonistico. Rispetto alla Prima Categoria ho dovuto adattarmi agli Assistenti, di conseguenza sistemare il posizionamento e il modo di corsa". Per quanto riguarda il gioco anche qui non poche le differenze con i team diretti finora: "mi sono trovato di fronte due squadre abituate a giocare al pallone, un livello decisamente maggiore". Per arrivare al meglio all’appuntamento il nostro ragazzo ha dovuto faticare non poco e innalzare il suo standard: "l’esordio era il mio obiettivo stagionale e sono riuscito a centrarlo. Quest’anno ho dovuto mantenere un livello alto e farmi trovare pronto anche perché l’età non mi consente più tanti passaggi a vuoto". Ventitre anni possono essere lo spartiacque di una carriera ma il buon Giovanni non sembra farsene un peso più del dovuto: "adesso il mio impegno più pressante è la laurea in ingegneria. Tuttavia non ho intenzione di lasciare l’arbitraggio e anche se dovessi trasferirmi fuori dalla Sicilia continuerò a inseguire questa grande passione". In chiusura, anche Giovanni vuole esprimere i ringraziamenti per il Direttivo sezionale, con il Presidente Lo Giudice in testa: "in questi anni nonostante la distanza sono riuscito a creare un bellissimo rapporto con tutti e forse questa è la soddisfazione più grande di tutte". Uomini prima che arbitri.


Valerio Villano Barbato


 
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