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RIUNIONE PLENARIA CON IL NEOELETTO STEFANO ARCHINÀ:
DALLA SEZIONE AL COMITATO NAZIONALE CON LA PASSIONE DI SEMPRE
Ci siamo spesso ritrovati a dire quanto fondamentale sia l’importanza del lavoro della base nell’ottica di un dialogo fruttifero con i vertici della nostra Associazione.
Nella “plenaria” di gennaio a ribadire ancora meglio il concetto ci ha pensato l’ospite d’onore della serata, il neoeletto Componente Nazionale Stefano Archinà, uno che del “leading by behind” ha fatto un po’ il suo stile di vita: cinque anni presidente di sezione a Locri, sette alla guida del CRA Calabria, tanta esperienza di “campo” in un territorio tutt’altro che semplice, proprio come il nostro.
Archinà, messinese d’adozione per i suoi trascorsi giovanili nella nostra città, ha illustrato al meglio i compiti del dirigente modello in quello che è stato un incontro collegiale, più che una classica riunione. Entrato a far parte della squadra del riconfermato presidente Nicchi, Stefano ha portato la sua filosofia all’interno del “consiglio dei ministri” arbitrale italiano: “nella mia vita non ho mai chiesto o preteso di fare il dirigente, sono sempre stati gli altri a darmi questo onore; allora ho sempre operato libero da qualsiasi pressione, e allo stesso modo faccio adesso in questa nuova veste”. Un occhio particolare ai ragazzi, ai giovani, con le “reclute” dell’ultimo corso presenti in buon numero alla serata, vera linfa di un movimento spesso fin troppo bistrattato: “quanti possono affermare con certezza di essere cresciuti, di aver vinto la timidezza, di essere diventati uomini, una volta varcata quella soglia?” Una domanda che per molti non può che trovare risposta affermativa, visto il grande lavoro formativo che l’AIA da sempre è chiamata a svolgere. Una formazione continua resa possibile dal cambio di passo di una sezione “Italia” che si vuole tenere a stretto contatto con i suoi pupilli, con tutti i pro e i contro di questa scelta: “i giovani di oggi hanno un’infinità di possibilità che gli arbitri della mia generazione nemmeno si sognavano. Dei poli di allenamento dove allenarsi quotidianamente, il Settore Tecnico a portata di mano, i sistemi di comunicazione che permettono un contatto quasi diretto con l’Associazione”.
Possibilità che però non vanno confuse con l’illusione di poter arrivare facilmente in alto: “non bisogna coltivare false illusioni; mi piacerebbe potervi rivedere tutti in serie A, ma sappiamo che non sarà così. Quello che si deve fare è crescere nella consapevolezza che prima o poi il nostro treno si fermerà; noi dovremo saper scendere con la stessa dignità con la quale siamo saliti”. Come ripetuto da Stefano durante la riunione, al termine della quale il Presidente lo ha omaggiato di un orologio coi nostri colori, a volte non servono slide piene di nozioni tecniche per fare una buona lezione; a volta basta veramente poco.
Umiltà tipica di chi viene dalla gavetta, esperienza di chi con uno sguardo comprende appieno chi ha davanti, saggezza propria delle persone che della vita hanno fatto il proprio banco di scuola.
Nel ringraziare il nostro ospite per la bella serata, ci resta la convinzione che da oggi il vagone del nostro treno sia un posto più bello…
Valerio Villano Barbato