LA RESISTENZA
La
resistenza è particolarmente allenabile ed è
definibile come la capacità di fornire delle prestazioni di
notevole durata resistendo alla fatica che si genera a seguito di tale
attività.
Come tutte le altre
qualità, essa è in funzione delle
capacità organiche dell'individuo ma, unica eccezione,
è in funzione anche della volontà.
L'arbitro è
chiamato ad osservare, più che specifici schemi di
resistenza, un non prevedibile ritmo agonistico costituito da vari
componenti.
L'allenamento
è in buona sostanza costituito dal giusto alternarsi di
azione e riposo nell'acquisizione dei ritmi di forma ed i processi di
recupero sono fondamentali.
Bene sapere che si
può costituire, nell'ambito dei processi energetici, un
debito di ossigeno, pagabile con l'aumento della, respirazione e della
gittata cardiaca; il debito alattacido è ritemprato in circa
3 minuti; la rimozione dell'acido lattico avviene grosso modo in
un'ora. Un recupero utile è il cosiddetto recupero attivo
che si avvale di esercizi svolti in scioltezza con i quali il debito
lattacido si dimezza a 30 minuti. I depositi di zuccheri nel corpo, da
cui si rigenera l'energia, diminuiscono in seguito a lavoro fisico e,
qualora ci si sottoponga ad allenamenti pesanti con poche pause, sono
necessari 2 giorni di inattività per un recupero totale
uniti ad una dieta specifica; se invece ci si allena duramente ma si
intercalano frequenti pause bastano 24 ore con alimentazione mista.
Per il miglioramento
della resistenza si consiglia d'iniziare dalla CORSA CONTINUA
A RITMO COSTANTE.
La durata varia dai 20
ai 40 minuti e la velocità deve essere mantenuta il
più possibile costante e molto lontana da quella massimale.
L'obiettivo iniziale deve essere quello di arrivare gradualmente a
correre per un tempo sempre maggiore mentre ci si
preoccuperà poco della velocità.
Successivamente si
passerà alla CORSA CONTINUA CON VARIAZIONI
DI RITMO, in cui le variazioni di
impegno sono decise in precedenza e corse a velocità quasi
massimale. Per esempio, dopo una decina di minuti del normale
allenamento di corsa continua vengono inseriti ogni 3 minuti stimoli di
30 - 40 secondi nel corso dei quali la velocità aumenta
sensibilmente.
Quindi, si propongono
prove RIPETUTE AEROBICHE su distanze che vanno dai
500 ai 1000 metri, intervallate da pause (il recupero inizialmente deve
essere di circa 5'-6' per poi arrivare a 3'-4'), per un totale massimo
per ogni seduta di allenamento di circa 3000 metri.
Un'altra possibile
soluzione è rappresentata da un lavoro, in principio su
distanze di 600 e 300 metri, essendo queste prove ad impegno misto,
cioè coinvolgenti meccanismi aerobici ed anaerobici. Ora, se
il 100% dell'intensità rappresenta il massimo rendimento
dell'atleta nella prova, dobbiamo mantenere un'intensità
dell'80% ed utilizzare la distanza più lunga, ripetuta fino
a 7 volte, nella prima settimana di preparazione con un minuto di
recupero tra le ripetizioni. Nella seconda settimana si inseriscono le
prove più brevi in 3 sedute settimanali percorrendo
però in ciascuna seduta anche i 600 metri. Nella terza
settimana si potranno ridurre ancora le sedute, osservando lo stesso
programma delle settimane precedenti. Alla fine del mese, stesso numero
di sedute e due serie di 4 x 300 ogni seduta.
Le prove sui 300 metri
sono d'ora in poi utili per mantenere le capacità raggiunte
osservando due metodi:
- 10x300 m con 1' di
pausa con aumento della velocità ad ogni ripetizione;
- 6x300 m ad alta
intensità (90%) con 3' di pausa.
Questi due sistemi si
alternano, poi, di settimana in settimana.
LA FLESSIBILITA' o
ESTENSIBILITA' MUSCOLARE
Generalmente all'arbitro di
calcio viene richiesto un "corredo" gestuale particolarmente evoluto,
in relazione soprattutto alle sollecitazioni cui egli è
sottoposto nell'esplicitazione delle sue funzioni. Tale "corredo"
è strettamente connesso alla capacità dei muscoli
di estendersi e flettersi.
A sua
volta, la flessibilità è legata ai limiti
strutturali corporei che influiscono sulla resistenza che le
articolazioni oppongono al movimento.
Un
esercizio molto utile per migliorare la flessibilità
è costituito dallo stretching, applicato dopo un adeguato
riscaldamento.
Detta
disciplina permette un graduale allungamento dei muscoli favorendo nel
contempo lo sviluppo delle loro qualità elastiche.
I principi generali da seguire per una corretta pratica dello
stretching prevedono che:
- Si raggiunga
lentamente una certa posizione;
- Nella fase centrale di
allungamento la tensione muscolare sia mantenuta costante - il dolore
non deve mai insorgere in quanto il muscolo risponderebbe con un
riflesso di accorciamento: pertanto, si deve sentire tirare (ma senza
avvertire male) il muscolo che si vuole rendere più
estensibile, mantenendo la posizione per 20"-30";
- Si ritorni lentamente
nella posizione iniziale;
- Si evitino
assolutamente i molleggi.
Lo
stetching, se eseguito correttamente, rende meno probabile l'insorgere
di dolori muscolari, tendinei ed articolari.