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La
necessità e l'importanza di curare in modo ottimale la
condizione atletica è una componente fondamentale per
affrontare bene il proprio ruolo. Specificamente, all'arbitro viene
sempre più richiesto di effettuare spostamenti veloci; di
fornire rapide accelerazioni e decelerazioni, in special modo nei cambi
di direzione; di sopportare uno sforzo intenso; di anticipare gli
sviluppi del gioco e di ottimizzare i tempi di recupero.
Principio base
dell'allenamento è quello di rispondere in termini di mezzi
(esercizi), metodi e contenuti, alle esigenze dell'atleta e alla
pressione della gara. Questo significa che le scelte in merito alla
pianificazione del programma di allenamento devono fare riferimento
alle caratteristiche del modello specifico di prestazione.
Nel complesso,
comunque, l'efficienza fisica è determinata dalla
validità delle seguenti capacità:
- FORZA
- RESISTENZA
- ELASTICITA'
- RAPIDITA'
- MOBILITA'
ARTICOLARE
- ESTENSIBILITA'
- CAPACITA'
ORGANICHE
- QUALITA'
NERVOSE E NEUROMUSCOLARI
Un arbitro di calcio
è sottoposto, durante la gara, ad una serie di
sollecitazioni fisiche che non sono prevedibili in termini
quantitativi, ma possono essere stimate, negli aspetti generali.Una
prima considerazione è che l'arbitro, nei suoi movimenti,
risulta inevitabilmente condizionato dagli spostamenti del pallone e,
di conseguenza, dallo sviluppo delle azioni, che si articolano secondo
un andamento che sicuramente non può essere definito a
velocità costante.
Durante la gara,
quindi, egli è più volte chiamato a controllare e
valutare il gioco in condizioni dinamiche, sempre diverse, che devono
sottostare ai ritmi, a volte imprevedibili e comunque improvvisi, che i
giocatori decidono di imprimere.
Pertanto, in
riferimento alla condizione fisica che un arbitro deve raggiungere per
soddisfare tali richieste, è necessario migliorare le
possibilità di cambiare ritmo ai propri spostamenti.
Il nostro organismo ha
a disposizione tre modi per produrre energia: il meccanismo aerobico,
quello anaerobico e quello anaerobico lattacido.
Il primo dei
meccanismi, utilizzando l'ossigeno dell'aria, consente di compiere
un'attività fisica per un lungo periodo, permettendo di
disporre di un livello di energia che non è molto elevato
(scarsa potenza).
Il secondo, invece,
interviene quando è richiesto un impegno di altissima
intensità (ad esempio uno scatto): in tal caso, il nostro
corpo è in grado di produrre l'energia necessaria senza
avere bisogno dell'ossigeno. Ciò permette di avere a
disposizione molta energia, però, per tempi ridotti (elevata
potenza).
Infine, il terzo, che
come quello appena ricordato non utilizza l'ossigeno, ha una durata
maggiore, fornisce un'energia leggermente minore ma ha la
caratteristica di produrre una sostanza di scarto (l'acido lattico),
che richiede molto tempo per essere eliminata e che, in
quantità elevata, rende difficoltoso il movimento.
Nella prestazione
dell'arbitro partecipano tutti e tre i meccanismi, anche se in misura
differente (sperimentalmente si è verificato che importanza
leggermente maggiore è da attribuire al meccanismo aerobico).
Per valutare
compiutamente, durante lo svolgimento di una gara, l'utilità
della quantità di lavoro effettuata negli allenamenti, i
parametri cui attenersi possono essere così individuati:
- si
è costantemente in movimento?
- si sta poco
tempo fermi sul posto?
- la superficie
di spostamento è piuttosto ampia?
Per ciò che
concerne invece la qualità del lavoro si dovrà
fare riferimento ai seguenti elementi:
- si corre in
funzione dell'azione (tatticamente funzionale)?
- all'occasione
ci si sposta con rapidità?
- ci si
posiziona correttamente?
- non si
intralcia l'azione?
- si esprime
una buona coordinazione negli spostamenti?
Gli effetti di uno
scarso allenamento e di una precoce stanchezza fisica tendono a
compromettere sia la quantità (con interruzioni di gioco
molto lunghe, eccessiva durata degli stazionamenti, superficie di
spostamento ristretta) sia la qualità (con spostamenti
tatticamente inadeguati e meno proficui, bassa velocità di
spostamento, posizionamenti errati, intralci all'azione di gioco,
scarsa coordinazione nei movimenti) del lavoro svolto. In tal senso,
è indicativa la presenza di sudorazione diffusa, respiro
affannoso, difficoltà nel comunicare, rossore in viso,
instabilità, nervosismo, decisioni legate all'istinto.
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