Anche
quest’anno
il CRA Sicilia si è visto protagonista di un’iniziativa
importante che ha riconfermato il successo già ottenuto
nell’edizione passata.
Sabato 26 Maggio si è svolto, nella splendida città di
Agrigento, il secondo “Raduno degli Arbitri Rosa della
Sicilia”.
Una giornata trascorsa tutte insieme, in compagnia del
nostro Presidente Regionale Saro D’Anna, instancabile
trascinatore e come sempre capace di contagiare tutti i
presenti del suo instancabile entusiasmo. Presenti anche
alcuni componenti del CRA e soprattutto i Presidenti di
Sezione.
Per l’occasione il Presidente regionale aveva voluto che
partecipassero sia i vecchi Presidenti che i nuovi, che
hanno, così fatto il loro “esordio”
da Dirigenti. E così ad accompagnare noi ragazze della
Sezione di Messina, il neo-Presidente Massimiliano Lo
Giudice ed il Presidente Orazio Postorino.
La giornata ha avuto inizio sul terreno di gioco del vicino
campo sportivo dove i colleghi Michele Giordano, assistente
CAN A appartenente alla Sezione di Caltanissetta, e Martina
Bovini, della Sezione di Ragusa, arbitro alla CAN D, hanno
esposto quelle che secondo loro sono le tre carte da giocare
sin dall’inizio per una ragazza arbitro.
Innanzitutto cogliere gli aspetti positivi che derivano dal
fatto di essere una donna ricordandosi che può essere più
semplice farsi notare in un ambiente che, se non si può dire
maschilista, è comunque da definire prettamente maschile,
senza però cullarsi su ciò perché non è vero – anche perché
sarebbe ingiusto – che le donne sono privilegiate: bisogna
sempre metterci il proprio! È necessario, infatti, forgiare
il carattere per trovarsi preparate ad affrontare il livello
nazionale, paragonabile alla scuola superiore, dopo essersi
abituati alle scuole medie, dove il CRA ci coccola.
Secondo obiettivo da prefissarsi è quello di crearsi la
cultura dell’allenamento, curando in particolar modo la
velocità, in quanto è un elemento indispensabile per un
atleta in generale quale l’arbitro e ancor di più per le
ragazze, vista la nostra naturale struttura fisica diversa
da quella maschile.
Terzo, bisogna imparare, cominciando sin dalle prime partite
dei livelli provinciali, a sviluppare un elevato senso
tattico. Questo lavoro si può fare anche guardando le
partite dei colleghi e, se possibile, osservando le squadre
che andremo ad arbitrare. Inoltre, studiando i
comportamenti, gli spostamenti e la collaborazione degli
arbitri, è più semplice sapere come comportarsi in
determinate situazioni che possono verificarsi nelle nostre
gare.
Foto
di rito e pranzo concludono una mattinata veramente
impegnativa e già densa di contenuti.
Il pomeriggio è stato dedicato del tutto alle nostre
impressioni e agli interventi di tutti i partecipanti al
Raduno, soprattutto di alcune ragazze in rappresentanza di
tutte le Sezioni.
Abbiamo anche avuto modo di conoscere tutti i Presidenti di
Sezione, quando ci hanno porto il loro saluto, e, comunque,
aldilà dei loro interventi – tutti tesi ad augurare un in
bocca al lupo per il futuro e sottolineanti l’importanza
della presenza delle donne nella nostra associazione in
quanto vanto, orgoglio e valore aggiunto dell’AIA – le vere
protagoniste siamo state noi ragazze che abbiamo potuto
conoscerci, esprimere le nostre opinioni e scambiarci
consigli durante quello che voleva essere ed è realmente
stato il nostro raduno.
Importante l’intervento del Dott. Salamone, Fiduciario
Medico Regionale, il quale ha sottolineato l’importanza di
fare delle riunioni mirate a far conoscere a tutti alcuni
aspetti medici, alimentari e fisici che caratterizzano la
nostra professione.
Vari sono stati i temi trattati da noi ragazze: si è
parlato di come l’esperienza arbitrale fortifichi e faccia
crescere dando il compito di assumersi responsabilità e
prendere decisioni; dell’importanza di partecipare
attivamente alla vita sezionale parlando con i Presidenti e
gli organi tecnici e confrontandosi con i colleghi; della
capacità di trasportare anche fuori dal campo i valori
arbitrali e anche di come affrontare l’ansia pre-partita –
che altro non è se non la testimonianza di quanto
l’arbitro tenga a fare della sua prestazione la migliore
possibile – superabile solo affrontando di petto la gara e
traendo, anzi, da essa la giusta carica e la maggiore
concentrazione.
Insomma,
un’esperienza assolutamente da valorizzare e da auspicare che
venga ripresa anche da tutti
gli altri CRA, visto che , come ha sottolineato il nostro
Presidente Orazio Postorino, mentre noi siamo già alla
seconda edizione, non ci sono notizie di altri “ Raduni
Rosa” dalle altre Regioni. Un’ esperienza che, a
consuntivo di queste due edizioni, considero di grande
significato, sia perché ci permette di dimostrare a noi
stesse e agli altri che anche le ragazze possono fare
l’arbitro, sia perché può rappresentare l’inizio della
creazione di un gruppo che, insieme a quello sezionale, ci
portiamo dentro quando scendiamo in campo, da soli, ma
forti della compagnia dei nostri colleghi.
Rosita Janira Caputo |